Proseguendo da S. Ginesio verso Sarnano, si sale verso il Monte Ragnolo, a metà della cui salita, a circa 750 mt slm, si trova l’Eremo di S. Libertato. I frati nel 1289 dall’Eremo di Soffiano, si trasferirono nella zona di Monte S. Maria, ossia l’attuale S. Liberato, e qui portarono anche le ossa/reliquie dei Santi frati di Soffiano: S. Liberato e i Beati Umile e Pacifico. Il luogo di Monte S. Maria era più adatto sia alla vita di comunità che alla preghiera: era, infatti, caratterizzato dalla sorgente di abbondanti acque e dalla possibilità di coltivare un po’ di orto per aver a disposizione quei prodotti necessari al nutrimento e alla vita di una piccola comunità eremitica. Lì costruirono la piccola chiesa ed il piccolo chiostro. Nel luogo di Roccabruna ed in quello di S. Liberato, Frate Ugolino da Montegiorgio, nel decennio 1327- 1337, raccolse le testimonianze dei santi frati della Marca di Ancona, primi discepoli del Padre S. Francesco e le riunì negli “Actus Beati Francisci et sociorum ejus”, tradotti, poi, e ridotti ne “I Fioretti di S. Francesco”, verso la fine del XIV secolo. La spiritualità che aleggia nelle pagine de “I Fioretti”, risuona ancora nei luoghi che circondano queste zone dei Monti Sibillini, con le loro gole, anfratti, grotte, prati, ruscelli, dove il cielo e la terra pare che si tocchino, dove la vita dello spirito si sposa con quella della natura, dove la povertà del vestire trova riparo e del mangiare trova il naturale nutrimento.