La Custodia di Fermo fu nella storia dell’Ordine francescano particolarmente significativa perché in essa sorse e crebbe il numero più alto di luoghi e di santi di qualsiasi altra custodia del mondo. Si deve a questa vivacità e creatività, e al magico incanto di queste terre, la composizione del testo de I Fioretti di San Francesco, molti dei quali episodi sono ambientati proprio nell’antica “Marca di Fermo”.
La visita ha inizio nella stessa città di Fermo, capoluogo della Custodia: di origine romana, posta su un pittoresco colle dagli ampi panorami, conserva monumenti medievali, rinascimentali e barocchi. Oltre la Cattedrale posta in cima al colle, la Pinacoteca Civica, la Piazza del Popolo e varie chiese, possiamo ammirare la stupenda chiesa gotica di S. Francesco e fare una sosta al Monastero delle Clarisse.
Qui nacque il Beato Giovanni da Fermo, più conosciuto come Giovanni della Verna, una delle figure più significative del francescanesimo di tutti i tempi, grande mistico e protagonista di vari capitoli de I Fioretti (I Fioretti, capp. 49-53).
Fermo custodisce la memoria dell’antica presenza francescana attraverso varie testimonianze. Il primitivo luogo francescano era ubicato fuori città e risale ai primordi dell’Ordine francescano. Nel 1240 i frati ebbero dal Vescovo Filippo in dono un luogo idoneo dentro le mura della città, ovvero la Cappella di S. Leone con case, piazza e orto. Negli anni ‘50 del ‘200 i frati ebbero la possibilità di ampliare la chiesa ed il Convento, costruendo quella splendida chiesa di stile gotico francescano, che ancora oggi domina e illumina la presenza dei Frati Minori in questa città: la chiesa S. Francesco. Nel 1282 vi mori il Beato Adamo e,
come abbiamo visto, vi fu accolto il Beato Giovanni, conosciuto come Giovanni della Verna, perché in quel santo luogo visse gli ultimi anni della sua vita e vi è sepolto (+1322). Nel 1425 fu edificato il campanile. Nel 1700, a seguito del terremoto del 1703, fu ricostruito il Convento e parte della Chiesa.
Dopo le vicende ottocentesche delle soppressioni e dopo i vari lavori di restauro sia del terremoto del 1997, sia di quello del 2016, ora la Chiesa ritorna a restituire la sua bellezza e la sua vetustà spirituale, liturgica e storica (cfr. G. PARISCIANI, I Frati Minori Conventuali delle Marche (sec. XIII-XX), Ancona, 1982, 272-274).
Oltre alla Chiesa ed al Convento di San Francesco, a Fermo si possono ancora ammirare altri siti francescani quali i due Monasteri delle Clarisse, quello di Santa Chiara, dell’inizio del ‘500, riformato da S. Camilla Battista Varano nel 1505-1506, e quello di S. Girolamo delle Cappuccine, iniziato nel 1662, con delle Monache provenienti dal Monastero di Recanati; l’ex Convento dell’Annunziata dei Frati Minori, della fine del ‘400, trasformato dopo le vicende ottocentesche in Manicomio ed oggi sede della Azienda sanitaria (cfr. A. TALAMONTI, Cronistoria dei Frati Minori della Provincia lauretana delle Marche, Vol 4, Sassoferrato, 1961, 189-259) ed il Convento dei Cappuccini, oggi sede anche della Curia Provinciale.
I Frati Cappuccini ebbero a Fermo una prima sede nell’ex Monastero benedettino di S. Savino sul Colle Vissiano, dal 1540 al 1604. Il secondo Convento, dentro le mura della città, fu quello di S. Lorenzo, sul monte Sabulo, e fu abitato dal 1593 al 1810, oggi Villa Vinci. Ed infine, il terzo luogo, l’attuale, dedicato a S. Giuseppe e a S. Lorenzo, a partire dal 1851.
Vale la pena ricordare che a Fermo, nel 1469, fu istituito il Monte di Pietà da Fra’ Domenico da Leonessa e successivamente attivato dal Beato Marco da Montegallo nel 1478. Nel 1469, infatti, Fra’ Domenico “predicò con gran frutto la Quaresima nella chiesa cattedrale. Per esortazione del dotto e zelante religioso fu deciso di istituire il Monte di Pietà, i cui statuti ebbero la piena approvazione dal vescovo Mons. Nicola Capranica (cfr. A. TALAMONTI, Cronistoria dei Frati Minori della Provincia lauretana delle Marche, Vol 4, Sassoferrato, 1961.) La sua prima sede fu l’edificio dell’ospedale di Santa Maria della Carità nel rione di San Bartolomeo (accanto all’attuale chiesa del Carmine), successivamente fu trasferita altrove.