Da Ancona, aggirando il Monte Conero, si arriva alla vicina piccola ma graziosissima città di Sirolo, posta come un faro sul promontorio del Mare Adriatico, tra le pendici del Monte e lo strapiombo sul mare. Nell’antico Convento di San Francesco, oggi trasformato in villa privata, si possono ancora evocare le vicende spirituali dei Beati Corrado da Offida e Pietro da Treia (I Fioretti di San Francesco, cap. 42; FF 1879-1880).
«E il detto frate Currado una volta, nello luogo di Sirolo, con le sue orazioni liberò una femmina indemoniata, orando per lei tutta la notte e apparendo alla madre sua; e la mattina si fuggì per non essere trovato e onorato dal popolo».
Di frate Pietro da Treia si racconta anche un altro episodio, che sebbene non precisamente ambientato, può essere qui ricordato, dato che gli stessi “Fioretti” lo riferiscono immediatamente prima.
FF 1879. «E questo frate Pietro [il già nominato frate Pietro da Treia], digiunando una volta la quaresima di Santo Michele Arcagnolo con grande divozione, e l’ultimo dì di quella quaresima istandosi in chiesa in orazione, fu udito da un frate giovane, il quale studiosamente stava nascosto sotto l’altare maggiore per vedere qualche atto della sua santità, e udito parlare con Santo Michele Arcagnolo, e le parole che dicevano erano queste. Diceva Santo Michele: «Frate Pietro, tu ti se’ affaticato fedelmente per me, e in molti modi hai afflitto il tuo corpo; ecco io sono venuto a consolarti acciò che tu domandi qualunque grazia tu vuogli, e io te la voglio impetrare da Dio». Rispondeva frate Pietro: «Santissimo Prencipe della milizia celestiale e fedelissimo zelatore dello amore divino e pietoso protettore delle anime, io t’addomando questa grazia, che tu mi impetri da Dio la perdonanza delli miei peccati». Rispose Santo Michele: «Chiedi altra grazia, chè questa t’ accatterò io agevolissimamente ». E frate Pietro non domandando nessuna altra cosa, l’Arcagnolo conchiuse: «Io, per la fede e divozione la quale tu hai in me, ti procaccio cotesta grazia che tu addimandi e molte altre». E compiuto il loro parlare, il quale durò per grande spazio, I’Arcagnolo Santo Michele si partì, lasciandolo sommamente consolato».
Il corpo del Beato Pietro da Treia, morto nel 1305 nell’antico Convento di S. Francesco, riposa nella chiesa della Beata Vergine del Rosario all’interno della cittadina di Sirolo, ivi trasportato dopo che la chiesa francescana era stata demolita, alla fine dell’’800, a seguito delle vicende legate alla soppressione degli Ordini religiosi.